Disturbi alimentari 2.0: La fragilità nascosta tra social network e disturbi del comportamento alimentare
I siti Pro-Ana e Pro-Mia appartengono alle neo-insidie dei social e delle nuove tecnologie accompagnando la nascita di nuove frontiere dei disturbi alimentari chiamati 2.0.
Siamo di fronte ad un vero e proprio effetto stringa, dove ogni diramazione costituisce una modalità disturbata di affrontare l’alimentazione, la nutrizione e l’immagine corporea, qui troviamo i burattinai dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA): fitnessApp, applicazioni per il controllo dell’assimilazione calorica, Instagram fiorente di beniamini del fitness e dell’incremento muscolare, personal trainers virtuali. Essi sono strumenti che possono portare a dipendenze da sport, eccessivo controllo alimentare fino ad arrivare a vere e proprie fobie per determinati alimenti!
Gli adolescenti cercano modelli estetici, oppure stili di vita che vengono veicolati dai social in maniera dilagante e ci si convince che bisogna inevitabilmente aderire ad essi senza mettere in atto un senso critico che contempli la flessibilità e la focalizzazione sulla sostanza, sull’essere, a favore dell’apparenza e dell’apparire.
Oggi dobbiamo affrontare entità astratte fatte di persone virtuali che governano e dirigono le identità altrui, siamo di fronte a nuovi siti internet chiamati Pro-Ana e Pro-Mia.
I siti Pro-Ana e Pro-Mia sono dei siti a favore dell’anoressia e della bulimia, identificate non solo come delle entità quasi umane o meglio divine, ma anche come un "credo generale, uno stile di vita" a detta delle frequentanti dei siti, che perlopiù sono adolescenti. In questi gruppi non si verificano solamente conversazioni e comandamenti per resistere alla fame, ma vere e proprie foto di ragazze che portano l’esempio di una magrezza patologicamente estrema. È stata identificata una correlazione tra il ruolo dei social, l’influenza dei pari relativamente all’immagine corporea, le diete restrittive, il basso peso corporeo, i DCA e la bassa autostima degli adolescenti (Hutchinson e Rapee, 2007). Sì perché la fragilità identitaria si basa sulla bassa concezione di sé, su quanto i ragazzi oggi tendano a stimarsi sempre meno.
Nascita e crescita dei DCA 2.0
Oggi nel 2018 assistiamo ad un’ondata di pentitismo anoressico, su Instagram si possono riscontrare molteplici profili di ragazze che in passato hanno avuto un DCA e che oggi si definiscono promotrici del benessere della sana alimentazione, mostrano corpi scultorei ai limiti con il sovrallenamento da body builder, non considerando il fatto concreto che hanno solo modificato le condotte alimentari disfunzionali procedendo verso modalità ossessive soggiacenti le problematiche principali di mancata accettazione del proprio corpo e carenza identitaria.
- L’Ortoressia: esagerata attenzione per la qualità del cibo al fine di nutrirsi in modo salutare;
- La Drunkoressia: DCA nuovo e pericoloso. Consiste nel mangiare poco fino al digiuno e poi compensare l’apporto calorico con bevande alcoliche;
- Il Chewing and Spitting: la pratica di masticare e sputare senza introdurre effettivamente cibo nell’organismo, a volte si sovrappone all’Anoressia restrittiva o altre patologie psichiche;
- La Bigoressia o Vigoressia: caratterizzata dall'abuso di esercizio fisico e diete iperproteiche;
- La Pregoressia, il DCA della gravidanza, si tratta di donne ossessionate dalla paura di prendere peso in gestazione e per questo si sottopongono ad allenamenti prolungati e diete ipocaloriche (dati dell’OMS, 5th February 2018).
Chi sono le prede più facili di queste insidie?
Cosa fare per evitare l’adesione ai DCA 2.0?
Essere presenti, lavorare su ciò che si è, parlare con i ragazzi ed interessarsi a loro e a ciò che sono oltre l’estetica ed i vestiti, oltre il BlackFriday! Accettare le modificazioni corporee ed accettare i mutamenti fisiologici.
Come identificare i fattori di rischio?
La fragilità dei ragazzi a volte si nasconde sotto le mentite spoglie della spavalderia, dell’arroganza e dell’ostentazione di una forza che vorrebbero avere, ma che in realtà non è né profonda né stabile. L’isolamento, l’uso eccessivo di internet può metterci in allerta. In questi casi è importante parlare, piuttosto che vietare l’accesso al web, capire cosa li interessa e discuterne costruttivamente.
Come capire dove si colloca il limite tra uno stile di vita sano ed uno ossessionato dal vivere sano?
Arianna Sirolli
Note sull'autrice. Arianna Sirolli: Psicoteraputa psicoanalitica, psicologa, psicodiagnosta clinica e giuridico peritale, rorschachista iscritta AIR, esperta nell’audizione protetta di minori in ambito peritale. Socia ordinaria Psy+ Onlus. Da anni si occupa di disturbi alimentari e di mentalizzazione. Tra gli altri ambiti di lavoro: minori autori di reato, minori stranieri non accompagnati, minori in affidi temporanei presso strutture protette, violenza di genere. Da diversi anni si occupa di psicoterapia con adulti, coppie, famiglie e adolescenti.
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